Qual è l'opera pubblica più urgente per la nostra città?

Qual è l'opera pubblica  più urgente per la nostra città?
Qual è l'opera pubblica  più urgente per la nostra città?

Civitavecchia, 19 Gennaio 2018

Nei giorni scorsi, la Calamatta (plesso di via Don Milan i) è stata oggetto di ben due incendi dolosi; ignoti hanno ten­tato, inoltre, di appiccare il fuoco anche al Marconi; episodi tristi che si aggiungono ad altri, come quello della volpe morta appesa ad un cassonetto e quello del parcometro imbrattato con deiezioni umane, senza contare le "notti brave" al Ghetto nei fine settimana o quelle alla Marina, in estate, tutte brutture opportunamente documentate sui social.
Episodi che hanno suscitato lo sdegno dei concittadini, sì: ma possono bastare queste prese di posizione? Può bastare il commento del Sindaco Cozzolino, per il quale i ragazzi della Calamatta, che hanno espresso la loro civile protesta su lenzuola appese al muro di cinta, hanno dato una sana lezione a noi tutti, se poi ogni luogo pubblico, specie quelli di nuova costruzione o appena ristrutturati, viene deturpato e reso inutilizzabile?
Il fatto che una collettività non abbia cura dei propri beni dovrebbe suscitare turbamento, almeno nei cittadini sensibili e nelle istituzioni; soprattutto, dovrebbe smuovere gli amministratori, quelli cioè che si propongono di governare la città.
Viene da domandarsi quale sia l'opera pubblica di cui la nostra città ha estremo bisogno. E considerati i risultati, ci si domanda se non sia il caso che le Amministrazioni comunali, quella attuale o quelle future, considerino priori­taria un'azione di formazione ed educazione rivolta alle nuove generazioni che sia di ausilio alla scuola, perché si educhino i giovani al rispetto della propria città, al senso civico.
Forse non basta più fare o rifare la città, ristrutturare le strade, riparare gli acquedotti, ripulire quelle grosse aiuole che chiamiamo parchi pubblici, tenere in piedi teatri e cittadelle; ormai, il bisogno essenziale è quello di "costruire" i cittadini, creare finalmente un senso civico e di appartenenza, quello che da tanto tempo manca in questa città e che oggi si traduce negli atti di bullismo, di violenza, nello sfregio, nella distruzione sistematica delle strutture comuni. Ora è tempo di fare i civitavecchiesi, partendo ovviamente dai più giovani.
Un obiettivo importante, soprattutto oggi, mentre i valori stanno scomparendo e le famiglie, soprattutto i genito­ri, sembrano rinunciare al loro ruolo educativo.
Invito tutti alla riflessione sulla necessità che un'amministrazione comunale si muova in tal senso, dia priorità aquesta emergenza, eroghi risorse per una campagna sistematica da fare soprattutto nelle scuole, per educazione e promozione di spazi ed opportunità di crescita.
Quando recentemente chiesi al Sindaco se per i dichiarati lavori di ristrutturazione del Parco Antonelli non era il caso di stabilire regole e norme, al fine di garantire nel tempo un'adeguata e normale fruizione, mi venne risposto che i lavori sarebbero iniziati di lì a poco. Non comprese, il primo cittadino, che stavo segnalando una necessità: se non si stabiliscono delle regole, se non si chiarisce a chi spetta il controllo, se non si installano delle telecamere, quel lavoro dopo alcuni mesi sarà vanificato.
Così per il sottopasso FS di via Vanvitelli. Quando ho chiesto che si rimediasse all'errore fatto (nel rimuovere il controsoffitto sono stati rimossi anche i punti ispettivi del sistema di videosorveglianza), le mie lettere non hanno ottenuto alcun riscontro. Per arginare il fenomeno ed evitare che il sottopasso registrasse gli stessi esempi di in­civiltà che ha visto nella sua esistenza, sono andato personalmente a cancellare le scritte comparse subito dopo quell'inopportuna rimozione!
La questione è grave: stiamo rischiando di non avere futuro come città, come collettività. Vi sembra normale che, di fronte alla vicenda degli Usi Civici, quella strampalata situazione segnata da innumerevoli illegittimità e danni perpetrati sui cittadini, non si sia trovata la forza di difendere la proprietà privata?
Pensate che, a causa di questa situazione, c'è chi arriva a decidere di lasciare la città: un nostro concittadino, abba­stanza conosciuto anche per i trascorsi sociali del padre, per assicurare una migliore "quotidianità" alla sua famiglia e soprattutto a sua figlia, ha preso la drastica decisione di trasferirsi altrove.

o credo che si possa ancora fare molto, specie se c'è passione e consapevolezza da parte degli amministratori. Immagino, ad esempio, campagne sistematiche e continue nelle scuole che coinvolgano i giovani e che formino la loro coscienza civile anche perché il ripristino dei danni, al plesso di via Don Milani, costerà alla nostra collettività poco meno di un milione di euro!
La situazione è grave, ma non dobbiamo abbatterci. Molto dipende da noi, dalle nostre scelte, dalla volontà di adoperarci o di promuovere chi non vuole arrendersi ad una Civitavecchia che si rende, giorno dopo giorno. sempre più invivibile. Non arrendiamoci, non giriamo la testa dall'altra parte.

Voglio augurarmi che sempre più concittadini condividano quest'analisi circa l'urgenza di intervento e, soprattutto mi auguro che, quando saremo chiamati a scegliere, questa linea risulti vincente o comunque abbia un peso tale da influenzare i programmi futuri del nostro Comune.